estratto da POTERE, Governare con la paura di Pino Rotta, pagg.35-38 (Fonte)


Mediterraneo Anima mundi

Bisogna forse risalire agli albori dell’umanità o affacciarsi nella storia recente dei conflitti tra nazioni per ritrovare un luogoche si possa definire “terra di nessuno”. Alle originiterra di nessuno
era una terra in cui nessuno aveva posto stabili insediamenti ed era questa una condizione grandemente diffusa quando ancora sulla Terra le comunità umane erano formate da gruppi di poche unità e spesso distanti l’uno dall’altro.Un luogo passato nelle gesta di epopee mitologiche, un luogodell’animo umano libero da preconcetti e fobie razziali. Un luogo forse mai esistito realmente, un concetto romantico, simbolodi libertà e appartenenza all’umana specie. Sogno che tiene ancora viva l’isola che non c’è-
Il mare per molti secoli fu mare di tutti ed era normale e naturale solcarlo per spostarsi e commerciare o solo per scoprire nuovi lidi. Questo era il Mediterraneo ai tempi narrati da Omero e nella mitologia greca; il Mediterraneo era il mare degli uomini, il mare delle terre conosciute, le terre che, oltrepassate le Colonne di Ercole, erano circondate dal Fiume Oceano, il fiume che circondava la terra e abbracciava il cosmo equiparato a Crono, padre di Zeus, e al dio Aion. Aion significava il succo vitale che pervade ogni essere, dunque il suo tempo vitale e il suo destino. Superava in durata la morte, nella forma di serpente. In quanto acqua universale e Oceano, creatore e distruttore dell’essere, possedeva forza generatrice. Era, insomma, l’anima cosmica.

Le terre bagnate dal Mediterraneo erano il corpo terrestre cui tutto apparteneva, uomini, bestie e piante.Si combatteva per conquistare una terra ma il mare era di tutti. Il mare Mediterraneo univa tutti in un comune destino di convivenza.Sulle sue sponde o sulle montagne che lo circondavano gli dei dimoravano e avevano dimestichezza con gli uomini.Attorno a questo mare sono nate le grandi religioni monoteistiche e le grandi filosofie che hanno determinato la natura dell’umanità, fino ai giorni nostri. Il Mediterraneo fu l’acqua che fece sbocciare la cultura umanistica, le arti e le scienze, sia quelle positiviste che quelle esoteriche.Oggi quando si pensa al mondo vengono subito in mente due termini: Nord e Sud, con i loro significati più insiti di mondo civilizzato e mondo in cui la civiltà non ha ancora messo radici profonde. Civiltà e tecnologia sono sinonimi e la natura tende a dissolversi a diventare ingombrante fardello, problema più che condizione dell’uomo.Si dimentica che un tempo questi punti di riferimento erano secondari, altri erano i punti cardinali cui l’uomo si riferiva: l’Oriente e l’Occidente. Anche questi due punti avevano significati del tutto diversi da quelli di oggi: il punto di maggiore importanza era l’Oriente, dove il Sole si alzava e dava significato alla vita degli uomini. L’Occidente rappresentava la notte, il momento in cui gli uomini lasciavano il lavoro e gli affari del mondo per concedersi al riposo e al regno della Luna e della Donna (intesa anche come androgino, il sé femminino presente in ogni individuo). Anche per il Mediterraneo l’Oriente ha per molti secoli rappresentato la Luce, non solo in senso fisico, ma anche in senso filosofico e religioso. Era a Oriente che occorreva guardare per trovare la via degli illuminati, dei profeti, dei filosofi. È da Oriente che giunsero sulle rive del Mediterraneo le grandi concezioni del mondo e del soprannaturale, da Zoroastro, a Giovanni, a Cristo, a Maometto.

È da Oriente che venne la filosofia dei presocratici, di Platone, di Aristotele. I grandi pensatori che vissero le epoche seguenti si rifecero, in un modo o nell’altro, a essi. Sia per costruire templi che per erigere teorie scientifiche e morali. Sia per dare forma alle tavole delle Virtù che per arginare i Vizi che queste Virtù corrompono. Il Mediterraneo da sempre è stato luogo di incontro, di contaminazione positiva, di filosofie universaliste. Oggi il Mare Nostrum ha innumerevoli padroni, spesso alieni dalle sue radici, e se le genti che lo solcavano nell’antichità lo facevano per spirito d’avventura e desiderio di conoscenza, oggi lo fanno per sfuggire dalla sorte che vuole annientarle e trovano ad aspettarli altre genti che guardano quelli che un tempo erano da considerare ospiti da accogliere con spirito sacrale e di fratellanza, come nemici, corruttori della razza, della cultura, ladri di un benessere frutto di secoli di imperialismo votato al dio Denaro usurpatore di Cronos. È necessario riproporre e rappresentare quello che un tempo era unità e che oggi possiamo descrivere come mosaico. La scacchiera di un gioco che univa e affratellava i popoli in un destino comune oggi è diventata un immenso campo di battaglia dove alla fine, con le armi e con il terrore, si tenta di distruggere un passato di civiltà e di incontro per lasciare il campo libero a un solo principio: il Potere.E se Europa è il nome della figlia del re Agenore rapita da Zeus per procreare, sull’isola di Creta nel cuore del Mediterraneo, il mitico re Minosse, l’Europa non può disconoscere oggi che le sue radici culturali sprofondano in questo Mare e si mescolano con quelle dell’Africa e dell’Asia. Dimenticare o peggio tentare di recidere queste radici potrebbe significare il definitivo declino di questa cultura.

Forse mettere insieme i segni di un passato in cui il Mediterraneo univa i popoli non sarà opera vana. Forse sarà, da alcuni, considerata opera eccessivamente ottimista; ma in un tempo in cui proprio l’ottimismo e la fiducia nel futuro sono spariti dalle parole e dai pensieri dei più, lasciando spazio all’odio e alla paura, dare questa visione di come si è stati e si può tornare a essere costruttori di una casa comune, senza dimenticare gli orrori del passato e del presente, ma anche ricordando la grandezza e la bellezza che nel Mediterraneo hanno trovato origine e dimora per molti secoli, forse questo servirà ad aggiungere un mattone a quella casa di amore, di fratellanza e di solidarietà che molti hanno smesso di edificare.