Urlo (Howl) è un poema
di Allen Ginsberg. Fu letto per la prima volta nel 1955 nella Six
Gallery di San Francisco, dal poeta stesso. Il poema fu pubblicato
nella raccolta Howl and Other Poems nell'autunno 1956 dalla City Lights
Bookstore di Lawrence Ferlinghetti, quarto della serie di edizioni
di poesie City Lights Pocket Poets Series. La pubblicazione portò
all'arresto di Ferlinghetti per diffusione di oscenità.
Howl ha segnato una svolta nella poesia contemporanea: è una ballata psichedelica, un grido di dolore e protesta contro l'America, un viaggio nella mente dell'autore. Nell'opera si intrecciano storie ed esperienze dei componenti della Beat Generation, di cui è divenuta manifesto . Il poema è dedicato all'amico Carl Solomon, che Ginsberg incontrò nel 1949 all'ospedale psichiatrico di Columbia, a New York. In Italia, fu pubblicato nel 1965 da Mondadori, all'interno della raccolta Jukebox all'Idrogeno, tradotto da Fernanda Pivano. |
URLO a Carl Solomon |
che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su spartiti
a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e
vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette che passavano per le università con freddi occhi
radiosi allucinati di Arkansas e tragedie blakiane fra gli eruditi
della guerra, che venivano espulsi dalle accademie come pazzi & per
aver pubblicato odi oscene sulle finestre del teschio, che si accucciavano in mutande in stanze non sbarbate, bruciando
denaro nella spazzatura e ascoltando il Terrore attraverso il muro, che erano arrestati nelle loro barbe pubiche ritornando
da Laredo con una cintura di marijuana per New York, che mangiavano fuoco in alberghi vernice o bevevano trementina
nella Paradise Alley, morte, o notte dopo notte si purgatoratizzavano
il torso con sogni, droghe, incubi di risveglio, alcool e uccello
e sbronze a non finire, incomparabili strade cieche di nebbia tremante
e folgore mentale in balzi verso i poli di Canada & Paterson,
illuminando tutto il mondo immobile del Tempo in mezzo, solidità
Peyota di corridoi, albe cimiteri alberi verdi retro cortili, sbronze
di vino sopra i tetti, rioni di botteghe in gioiose corse drogate
neon balenio di semafori, vibrazioni di sole e luna e alberi nei
rombanti crepuscoli invernali di Brooklyn, fracasso di pattumiere
e dolce regale luce della mente, che si incatenavano ai subways in corse interminabili dal
Battery al santo Bronx pieni di simpamina finché lo strepito
di ruote e bambini li faceva scendere tremanti a bocca pesta e scassati
stremati nella mente svuotata di fantasia nella luce desolata dello
Zoo, che affondavano tutta la notte nella luce sottomarina di
Bickford fluttuavano fuori e passavano un pomeriggio di birra che parlavano settanta ore di seguito dal parco alla stanza
al bar a Bellevue al museo al ponte di Brooklyn, schiera perduta
di conversatori platonici precipitati dai gradini d'ingresso dalle
scale di sicurezza daidavanzali dall'Empire State giù dalla
luna, farfugliando strillando vomitando sussurrando fatti e ricordi
e aneddoti e sensazioni ottiche e shocks di ospedali e carceri e
guerre, intieri intelletti rigurgitati in un richiamo totale per
sette giorni e notti con occhi brillanti, carne da Sinagoga sbattuta
per terra, che svanivano nel nulla Zen New Jersey lasciando una
scia di ambigue cartoline del Municipio di Atlantic City, straziati
da sudori Orientali e scricchiolii d'ossa Tangerini e emicranie
Cinesi nel rientro dalla streppa in una squallida stanza mobiliata
di Newark, che giravano e giravano a mezzanotte tra i binari morti
chiedendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati,
che accendevano sigarette in carri merci carri merci carri merci
strepitanti nella neve verso fattorie solitàrie nella notte
dei nonni, che studiavano Plotino Poe Sangiovanni della Croce telepatia
e cabala del bop perché il cosmos vibrava istintivamente
ai loro piedi nel Kansas, che stavano soli per le strade dello Idaho
in cerca di visionari angeli indiani che erano visionari angeli
indiani, che credevano di essere soltanto matti quando Baltimora
luccicava in un'estasi soprannaturale, che sobbalzavano in limousine
col Cinese dell' OkIahoma sotto l'impulso di inverno mezzanotte
luce stradale provincia pioggia, che indugiavano affamati e soli a Houston in cerca di jazz
o sesso o minestra, e seguivano il brillante Spagnolo per chiacchierare
sull'America e l'Eternità, causa persa, e cosi si imbarcavano
per l'Africa, che scomparivano nei vulcani del Messico non lasciando che
l'ombra dei jeans e la lava e ceneri di poesia sparse nella Chicago
caminetto, che riapparivano sulla West Coast indagando sul f.b.i. barbuti
e in calzoncini con grandi occhi pacifisti sexy nella pelle che si bucavano le braccia con sigarette protestando contro
la nebbia di tabacco narcotico del Capitalismo, che diffondevano manifesti Supercomunisti in Union Square
piangendo e spogliandosi mentre le sirene di Los Alamos li zittivano
col loro grido, e gridavano giù per Wall e anche il ferry
di Staten Island gridava, che si scambiavano pompini con quei serafini umani, i marinai,
carezze di amore Atlantico e Caribbeo, che perdevano i loro ragazzi d'amore per le tre vecchie
streghe del fato la strega guercia del dollaro eterosessuale la
strega guercia che strizza l'occhio dal grembo e la strega guercia
che sta li piantata sul culo a spezzare i fili d'oro intellettuali
del telaio artigianale, che copulavano estatici e insaziati con una bottiglia di
birra un amante un pacchetto di sigarette una candela e cadevano
dal letto, e continuavano sul pavimento e giù per il corridoio
e finivano svenuti contro il muro con una visione di fica suprema
e sperma eludendo l'ultima sborra della coscienza, che addolcivano le fiche di milioni di ragazze tremanti
al tramonto, e avevano gli occhi rossi la mattina ma pronti ad che andavano a puttane nel Colorado in miriadi di macchine
notturne rubate, N.C., eroe segreto di queste poesie, mandrillo
e Adone di Denver gioia alla memoria delle sue innumerevoli
scopate di ragazze in terreni abbandonati &retrocortili di ristoranti
per camionisti, in poltrone traili ballanti di vecchi cinema, su
cime di montagna in caverne o con cameriere secche in strade familiari
sottane solitarie alzate & solipsismi particolarmente segreti
nei cessi dei distributori di benzina, & magari nei vicoli intorno
a casa, che venivano arsi vivi nei loro innocenti vestiti di flanella
sulla Madison Avenue tra esplosioni di versi di piombo e il frastuono
artificiale dei ferrei reggimenti della moda & gli strilli alla
nitroglicerina dei finocchi della pubblicità & l'iprite
di sinistri redattori intelligenti, o venivano investiti dai taxi
ubriachi della Realtà Assoluta, che al ccny buttavano patate in insalata ai conferenzieri
sul Dadaismo e poi si presentavano sui gradini di pietra del manicomio
con teste rapate e discorsi arlecchineschi di suicidio, chiedendo
un'immediata lobotomia, e invece venivano sottoposti al vuoto concreto
o insulina metrasol elettricità idroterapia psicoterapia
terapia educativa ping pong e amnesia, che sognavano e facevano abissi incarnati nel Tempo &
lo Spazio mediante immagini contrapposte, e intrappolavano l'arcangelo
dell'anima tra 2 immagini visive e univano i verbi demenziali e
sistemavano insieme il sostantivo e il trattino della coscienza
sobbalzando alla sensazione del Pater Omnipotens Aeterni Deus per
ricreare la sintassi e la misura della povera prosa umana e fermarvisi
di fronte muti e intelligenti e tremanti di vergogna, ripudiati
ma con anima confessa per conformarsi al ritmo del pensiero nella
sua testa nuda e infinita, il pazzo vagabondo e angelo battuto nel
Tempo, sconosciuto, ma dicendo qui ciò che si potrebbe lasciar
da dire nel tempo dopo la morte, e si alzavano reincarnati nei vestiti
spettrali del jazz all'ombra tromba d'oro della banda e suonavano
la sofferenza per amore della nuda mente d'America in un urlo di
sassofono elai elai lamma lamma sabacthani che faceva tremare le
città fino all'ultima radio
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