Il suicidio di un partito by Valentina

Questo blog raramente si occupa delle beghe dei partiti, ma il suicidio del PD merita un riflessione neutrale (noi non votiamo per nessun partito da anni). Un gruppo dirigente esprime una leadership che ha il compito di portare il partito al successo. Più o meno come l’allenatore di una squadra sportiva. Il leader del PD prende da un anno continue sberle dagli elettori: dal tonfo del referendum, alla vicenda Visco, alla disfatta delle elezioni siciliane. Il tentativo di dare la colpa di tutto ai dissidenti è penoso: ci aveva già provato Berlusconi con Fini, e gli altri cosidetti “traditori”.
Compito di un leader è quello di tenere unito il partito senza perdere pezzi significativi. Stando alla Sicilia, il PD perde verso sinistra un quarto dei suoi potenziali elettori. A livello nazionale, addirittura il PD perde il consenso del Presidente del Senato mentre guadagna il moribondo Alfano e il discusso Verdini. E’ ovvio che il conducator sta portando il suo partito al precipizio delle politiche, come un allenatore che perde dieci partirte di fila. Se il PD non sostituisce Renzi alla svelta significa solo che è masochista e suicida.

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