Grazie al regime Vendola-Bossi by Valentina

I dati dell’Istat confermano il periodo nero. Una donna su due non lavora, né cerca impiego. E’ una corsa verso il baratro. E se su base nazionale i tassi sono questi, in certi posti del Mezzogiorno le cifre sono nettamente superiori. L’Istat ha diramato, in mattinata, nuove stime sulla disoccupazione. E i dati sono neri. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a settembre è salito al 29,3%, dal 28,0% di agosto. E’ dato più alto dal gennaio 2004, ovvero dall’inizio delle serie storiche. La disoccupazione a settembre è balzato all’8,3%, dall’8,0% di agosto.
Il numero dei disoccupati a settembre sale a 2,080 milioni, in aumento del 3,8% rispetto ad agosto (+76 mila unità). Su base annua la crescita è del 3,5% (+71 mila unità). Il rialzo riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Sull’altro fronte, gli occupati scendono a 22,911 milioni, in calo dello 0,4% (-86 mila unità) rispetto ad agosto. Anche in questo caso la diminuzione interessa sia uomini che donne. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione resta, invece, sostanzialmente invariata.
Quasi una donna su due in Italia né lavora né è in cerca di un posto, ovvero non rientra né nella fascia degli occupati né in quella dei disoccupati. Infatti, l’Istat, nelle stime provvisorie, rileva che a settembre il tasso di inattività femminile è pari al 48,9%, mentre quello maschile si attesta a 26,9%. In generale, spiega l’Istituto, il tasso di inattività si attesta al 37,9%, registrando un aumento congiunturale di 0,1 punti percentuali. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni crescono dello 0,1% (21 mila unità) rispetto al mese precedente. Su base annua gli uomini diminuiscono dello 0,2%, mentre le donne inattive aumentano dello 0,5%.

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